
Diario della terza gravidanza. Cinque nel lettone… ce la faremo?
La notte porta consiglio, o riflessione, o confusione? Questo è un mix di sentimenti che provano le donne incinte. Quando è sera e ci si mette a letto è tempo di sprofondare nei ricordi, nelle domande senza risposta, negli sguardi più lunghi del buio posati su quei piccoli che riempiono il lettone. Quinta puntata del diario della terza gravidanza (qui tutte le puntate precedenti) che proponiamo da qualche settimana sul blog di Dadabio
Scende la notte. Siamo in quattro nel lettone, c’è silenzio e penso subito a quando saranno in tre, ehm, quindi in cinque, (a meno che il papà non decida di scappare…) forse capiterà? Ma che domanda stupida… Mi chiedo come saranno le notti, quanto convulse, quanto tranquille. Nonostante i pensieri sono serena, perché quando dormono scende la pace. Quei ricci che si intrecciano nella penombra, il respiro pesante per via di un raffreddore, quelle forme rotonde del visino come fosse scolpito dal più Grande degli scultori (così è se ci pensiamo…), mi inteneriscono ancora di più. E finisce che le osservo incantata. Ripenso a tutta la giornata trascorsa e mi sembra poco il tempo passato con loro. Penso subito alla fine di questa terza gravidanza, a quando saranno in tre, sarò capace di dedicare il giusto tempo a ognuna di loro? Si può quantificare il tempo buono o quello meno buono? Cioè il tempo che passo a sgridarle, a cercare di separarle mentre si tirano i capelli, mi sembra il peggiore e mi suscita sensi di colpa. L’altro, quello in cui giochiamo, leggiamo libri, facciamo merenda e tante coccole è bellissimo, ma sembra sempre poco.
Far tesoro dei sentimenti notturni
La qualità è quella che conta, non la quantità, ma è come se non riuscissi ad afferrare il tempo, i figli crescono di continuo, cambiano in fretta e, più passano gli anni, più si allontanano da noi. È troppo veloce la lancetta dell’orologio e gira in fretta, così ho la sensazione di non vivere a pieno questo tempo con loro; qui e adesso. Le immagino già adolescenti e so che in un batter baleno arriverà questa fase, così cerco di non pensarci e poso di nuovo lo sguardo su loro che dormono. Quando mi arrabbio dovrei pensare a questi momenti di sospensione tra sogno e realtà, dovrei fare questa ginnastica e pensare che fra qualche anno mi mancheranno loro che adesso saltano sul letto, mangiano in soggiorno, disegnano sulle pareti. Devo fare tesoro di questi sentimenti notturni.
Tempesta d’emozioni…
E chi già mi vive dentro? Questo piccolo esserino che cresce, senza chiedere nulla. Che ne sa di questa tempesta di emozioni? Che ne sa del mondo che l’aspetta? Dell’aria che respirerà, delle persone che incontrerà? Della famiglia che gli toccherà? Metterlo al mondo è una grande responsabilità… penso subito che devo essere impeccabile, perché in fondo l’ho voluto, l’abbiamo cercato e ricercato, e adesso non possiamo sbagliare. È nelle nostre mani. Ma che dico? È nella mia pancia. Ci pensate? Nel posto più centrale di noi. Nel luogo dove sentiamo dolori e gioie, dove si attaccano rabbia o felicità. Non può che stare lì, ad aspettare qualcosa di cui non è a conoscenza. Siamo noi a prendercene cura da subito e noi mamme in particolare. Ho sempre pensato alla gravidanza, e dunque anche a questa terza gravidanza, come un momento unico e stupendo. La donna è uno scrigno e conserva il mistero di tutti i tempi. Un cuore che batte. Manine e piedini che si definiscono ogni giorno che passa, un cervello che si crea nella sua complessità da subito. La vita. Questa è la vita che l’uomo è capace di generare, di donare. La parola dono è immensa, ci avete mai pensato?
Il sì che si ripete
Quando abbiamo deciso di provare ad avere il terzo figlio con mio marito abbiamo parlato tanto, abbiamo messo davanti a noi paure e certezze. Sulla bilancia pendeva sempre il sì, quel sì meraviglioso che ci siamo detti sette anni fa, in chiesa, davanti a Dio. Quel sì che ci ha uniti per sempre, che ci ha portati a questa terza gravidanza. E io a un certo punto ho sentito una voce dentro me, diceva che il mondo ha bisogno di persone belle e buone. Allora ho pensato che dal nostro amore finora sono nate solo cose e persone belle e ho detto faremo ancora un dono agli altri, con una vita che sarà una delle tante tra miliardi e miliardi di persone, ma sarà unica per noi. Sarà il centro di tutto per noi e per altre persone che crederanno in questa persona. Sarà una persona che avrà un posto nel mondo, un motivo per andare avanti, sarà qualcuno che cambierà le cose brutte per farle diventare belle. Sarà una ragazza che farà perdere la testa a qualcuno e che perderà la testa a sua volta. Sarà un’anima, pura e complessa. Cioè un figlio si ama alla follia, è legato a noi dalle viscere e allo stesso tempo ci sfugge di mano. Perché ogni persona, figlia di chiunque, pensa con la sua testa e agisce con le proprie idee. Noi genitori possiamo solo dare amore, ascoltare e guidare; essere presenti e accoglienti. Ecco, per tutto ciò abbiamo detto ancora una volta sì alla vita. Perché vale la pena perdersi negli occhioni dei bimbi che ci fanno comprendere l’importanza delle cose vere e belle. (5-continua)
Dormire tutti nel lettone è una di quelle esperienze belle della vita che non si dimenticano mai. Provare per credere!
Non rinunciateci!