
“Disturbi in gravidanza, ecco i rimedi della naturopatia”. Intervista a Giulia Agnello
La naturopatia può dare aiuto e sollievo nel corso della gravidanza. Ogni problema – nausea, acidità, gonfiore alle gambe – si può affrontare con rimedi naturali, per ritrovare un equilibrio sostanziale dell’organismo. I consigli per il blog di Dadabio della naturopata Giulia Agnello, da poco diventata mamma: «Avvicinarsi alla naturopatia è un tesoro, un processo positivo che donna, bambino e famiglia possono portare avanti per coltivare abitudini sane, trasformando la naturopatia da teoria a stile di vita»
Medicina complementare riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, disciplina che ha una visione empatica dell’incontro fra uomini e natura, che integra metodologie, tecniche e sostanze naturali, non invasive, per potenziare le difese naturali e ripristinare gli equilibri degli individui. Ecco cosa è, in sintesi, la naturopatia. E i naturopati, che hanno intrapreso percorsi formativi specifici, sono professionisti dei rimedi naturali e del benessere psicofisico delle persone a trecentosessanta gradi, ovvero non solo per quanto riguarda l’organismo, ma nella sfera familiare, sociale e ambientale. La naturopata palermitana Giulia Agnello (diplomata presso l’Accademia Anea di naturopatia) è da poco diventata mamma di Alessandro e, prima della nascita del piccolo, ci aveva illustrato il suo modus operandi, per affrontare malattie e prevenirle, grazie a rimedi naturali, dando soprattutto qualche dritta alle future mamme. Indispensabile curare l’alimentazione, consigliabile sottoporsi a massaggi, importante assumere alcune sostanze naturali contro il gonfiore alle gambe, l’acidità, la nausea. Ma scopriamo tutto nel dettaglio…
Giulia, cosa è la naturopatia e che tipo di approccio prevede?
«La naturopatia è un insieme di pratiche naturali che mira a riportare una persona a uno stato di salute ed equilibrio. Per fare un esempio chi sta male e si rivolge a un medico avrà di fronte a sé qualcuno che agisce su uno o più sintomi; la naturopatia, invece, si propone di ricercare la causa profonda che genera uno squilibrio, dando origine a una patologia; si punta a un equilibrio generale, a un approccio molto completo al disturbo, per risolverlo in modo molto più efficace. Un naturopata che comincia una consulenza, con l’ausilio di erboristeria e fitoterapia, affronta l’individuo che si è rivolto a lui su più piani, lavorando su alimentazione, integratori naturali, rapporto col corpo, movimento, respirazione, emozioni. Si prova ad elaborare tutto quello che coinvolge la persona, per giungere a un riequilibrio generale. Tutto ciò avviene grazie all’utilizzo di tecniche naturali, a cominciare dall’alimentazione, dalla riflessologia plantare e dalla digitopressione, cioè grazie ad alcuni tipi di massaggi in cui mi avvalgo di sostanze naturali, a cominciare dagli oli essenziali. Poi ogni naturopata ha la sue inclinazioni….».
Naturopatia e gravidanza. Come possono giovarsi di questo approccio le donne incinte?
«Il sostegno della naturopatia per le donne in gravidanza mi sta a cuore da sempre, ritenendo quei nove mesi un momento zero, un processo naturale durante cui viene generata da zero una nuova vita, in cui una donna rivolge l’attenzione al proprio benessere, ma soprattutto a quello del figlio che porta in grembo. È un momento, di cui ho parlato nella mia tesi, in cui si può agire su una vera e propria prevenzione. Una donna che comincia ad avvicinarsi alla naturopatia mentre sta generando una nuova vita sicuramente trasmetterà al figlio tutto ciò che in quel periodo avrà imparato. È un tesoro, un processo positivo che donna, bambino e famiglia possono portare avanti per coltivare abitudini sane, trasformando la naturopatia da teoria a stile di vita».
La naturopatia è, dunque, anche uno stile di vita?
«Si può dire, nel senso che una volta che si abbraccia questo percorso ci si immette in una strada in cui si presta attenzione a tutto quello che il corpo via via manifesta. La cosa bella è entrare in una sfera di consapevolezza, per cui si riesce a decifrare in tempo che cosa il corpo stia dicendo. Si parte sempre dalla convinzione che uno stato non ordinario o di malattia, più che essere vissuto come qualcosa di negativo, possa essere invece un’opportunità. Quando emerge un disequilibrio, prima che diventi patologico e se preso in tempo, ci si trova dinanzi a un’opportunità, diventa una sorta di campanello attraverso cui puoi vedere cosa non sta funzionando bene dentro di te. Questo è uno dei principi cardine della mia visione e del mio approccio, vedere la malattia come una risorsa, un segnale che va colto per star meglio, non come un momento esclusivamente drammatico».
Tornando alla gravidanza, quali disturbi si possono attenuare e come?
«Nel corso della gravidanza sono tante le sostanze, di cui magari abitualmente si abusa, che non possono essere assunte. Si tratta di un bel vantaggio, perché permette di scoprire le alternative. Possono essere diversi i disturbi in gravidanza. I più comuni sono la nausea, il gonfiore agli arti inferiori, insonnia, acidità, stitichezza, emorroidi. Per ognuno di questi problemi la natura mette a disposizione delle risorse di cui tener conto. Contro la nausea un classico è lo zenzero, che può avere un buon effetto sotto forma di radice cruda, mangiandone un pezzetto, o facendone un decotto, mettendolo a bollire per almeno dieci minuti. Ci sono donne che hanno avuto buoni risultati con lo zenzero candito. In genere è consigliabile mangiare cibi secchi, io stessa ho iniziato a farlo alle prime nausee. Ma ci sono anche altri sistemi, un ottimo alleato è il macerato glicerico, che si trova in erboristeria e prevede una posologia di una sessantina di gocce al giorno. Stesso discorso vale per il fico. Inoltre, contro nausea e acidità, è consigliabile non bere grandi quantità liquidi in una volta, non tutto assieme un tazzone di infuso o una grande quantità di acqua, piuttosto bere in modo costante durante l’arco della giornata. Aiuta moltissimo anche il limone, sotto forma di olio essenziale da respirare o anche di buccia del frutto da inalare, come pure le mandorle e la digitopressione. È importante anche fare passeggiate respirando a pieni polmoni».
Come si può contrastare, invece, il gonfiore alle gambe?
«È collegato alla ritenzione idrica, bisogna assicurarsi che la donna incinta beva almeno un paio di litri di liquidi al giorno. Un buon consiglio è quello di distendersi sulla schiena, sul divano, e cercare di portare le gambe in alto e fare una sorta di cyclette, compatibilmente alla conformazione della propria pancia. È fondamentale tenere gli arti sospesi e muoverli, disarticolare le caviglie, cercare di risvegliare con un automassaggio tutta quella parte che è gonfia. Tutti, e in particolare le donne incinte, dovrebbero risvegliare le articolazioni per permettere una migliore circolazione. Far diventare routine alcune piccole abitudini può portare a grandissimi risultati. C’è poi uno strumento che io utilizzo con ottimi risultati, la coppetta slim che, come una ventosa, viene applicata e fatta scorrere sulla pelle grazie a un olio. Funziona come un linfodrenaggio, partendo dal basso verso l’alto, dalle caviglie verso le cosce, serve tantissimo. Poi, ovviamente, la dieta gioca un ruolo fondamentale. Se sono una donna abituata a mangiare una gran quantità di carboidrati e poche verdure, o cibi salati, posso prendere tutti gli accorgimenti che voglio, ma comunque tenderò alla ritenzione idrica e sarà molto più difficile contrastarla. L’alimentazione sana in gravidanza è il primo tassello da portare quotidianamente avanti per evitare simili problemi. L’ho vissuto su me stessa, con ottimi risultati, e non c’entrano la fortuna o la predisposizione».
Quasi sempre, per le donne incinte, c’è un altro problema, l’acidità. La naturopatia come la affronta?
«Per quanto riguarda l’acidità in gravidanza è consigliabile sospendere temporaneamente l’utilizzo di prodotti da forno, cibi zuccherati, bevande gasate. Nutrizionista e ginecologa mi dicevano che c’era poco da fare, per due settimane ho sofferto tantissimo a causa dell’acidità, tanto da non dormire. Poi ho deciso di eliminare dall’alimentazione i prodotti da forno, anche senza glutine, a colazione e a pranzo. E ho risolto il problema, azzerando anche gli zuccheri artificiali, aumentando la quantità dei grassi buoni, di verdure cotte, di infusi a base di acqua e malva o acqua e camomilla».
La naturopatia esclude la medicina tradizionale?
«No, una terapia farmacologica vera e propria può convivere con l’introduzione di abitudini e alimenti che fanno stare molto meglio. Quello che desidero personalmente, e che auspicano e hanno auspicato celebri naturopati, è che ci sia sinergia piuttosto, ad esempio fra reparti ospedalieri. A ogni livello, del resto, un’azione integrata è molto più efficace, penso ad alcuni esempi virtuosi, come il reparto oncologico pediatrico dell’ospedale Meyer di Firenze, o a quello che accade in Germania, Francia o Cina, dove chi sta male va dal naturopata. Alcuni dei clienti che seguo assumono farmaci e talvolta le strategie sono compatibili. Mi è capitato che, fra quanti cominciano con me un percorso naturopatico, ci sia chi assume farmaci, per esempio per combattere l’insonnia, la pressione e il colesterolo, e gradualmente li sospende. Naturalmente non è sempre così, ci sono casi più gravi, penso a chi soffre di diabete. L’ambizione è che naturopatia e medicina allopatica collaborino. Io già lo faccio con un biologo nutrizionista, a cui rimando i clienti che hanno più bisogno, ma anche con due psicologi di riferimento. Chi si rivolge a un naturopata deve essere aiutato sotto ogni punto di vista».