
Diario della terza gravidanza. Lo scopro così…
Da oggi iniziamo a pubblicare su questo blog gli stralci di diario di una mamma incinta, alla terza gravidanza. Si tratta di una amica che frequenta Dadabio, condividendone idee e obiettivi, e che ci ha chiesto di confrontarsi con voi, raccontando emozioni, paure, gioie, ansie…
Non riesco ad attendere come mi sono prefissata e, nel cuore della notte, circa alle tre e quarantacinque, mi sveglio e vado in bagno. Penso qualche secondo chiedendomi: lo faccio ora o no? Vado a rovistare nello zaino in soggiorno e prendo la confezione che ancora era dentro il sacchetto della farmacia. Poi scelgo il bagno rosa, il mio preferito e, senza svegliare mio marito, decido di fare il test. Lo faccio frettolosamente, senza leggere le istruzioni, sarà il decimo che mi passa fra le mani, sarebbe la terza gravidanza, so bene come funziona e poi sono sicura che sia negativo.
Il giorno prima quando la farmacista mi ha chiesto se volessi quello digitale ho detto no perché, tra me e me, ho pensato che se fosse stato negativo non mi sarebbe piaciuto leggere sul display NON INCINTA.
Quante linee?
Mentre immergo la punta del test nelle urine raccolte spunta mio marito, anche lui deve andare in bagno, mi chiede cosa faccio. “Perché non mi hai chiamato?” dice. Io minimizzo e rispondo: “Vai, vai tranquillo, appena finisci vieni, così scopriamo il risultato”. Sbircio subito e scorgo la seconda lineetta che si colora e giro il test e chiudo gli occhi, come a non voler vedere, come a voler attendere davvero che fosse il risultato finale. Già però il mio cuore si mette a battere forte e le mie mani tremano. Ero certa fosse negativo, forse per non illudermi troppo. Dopo un minuto circa metto il tappetto al test e lo stringo tra le dita e lo osservo. Ci sono. Le linee sono due. Accosto il test alla scatola con le indicazioni. È uguale alla figura che indica la positività del test. Sono incinta! I miei occhi luccicano. All’improvviso mi sento leggera, come fossi sulle nuvole. Corro nel lettone e abbraccio le mie bimbe che dormono teneramente. Poi raggiungo mio marito nell’altro bagno, apro la porta e faccio un cenno come per dire… non è andata. Mi metto a svuotare l’asciugatrice e dico: “Vai a vedere tu, accertiamoci che sia negativo così lo buttiamo”. Dietro di lui sorrido e scoppio di gioia… lui ci mette qualche secondo a leggerlo… poi sprofondiamo in un abbraccio lunghissimo e strettissimo. Siamo incinti! Volevamo il terzo figlio, lo avevamo deciso dopo il lockdown di marzo.
Toccare il cielo
Non riesco più a dormire. Sto sveglia a occhi aperti con la testa fra nuvole. La felicità è la stessa di quando scoprii la prima e poi la seconda gravidanza. Le paure anche, l’ansia anche. La prima domanda che mi pongo è: “Ce la faremo?”. La risposta me la dà mio marito: “Certo, amore, e sarà bellissimo”. È domenica, San Giovanni Bosco. Vado a messa e prego per la mia famiglia, per il piccolo esserino che è dentro di me. Ringrazio la Madonna per avermi concesso ancora una volta la possibilità di mettere al mondo un figlio. Chiedo di accompagnarmi in questi mesi. Una domenica diversa dalle altre. Tocchiamo il cielo con le dita. Mi sento in pace ma ancora sono incredula. Terzo figlio, continuo a ripetermi. Come sempre avevamo desiderato dalle prime chiacchierate spensierate a San Vito Lo Capo, dopo appena un mese in cui ci frequentavamo. Eravamo lì per lavoro e del futuro ci importava poco, le domande erano poche c’era solo il piacere di stare insieme e di scoprirsi. In queste vorticose domande e risposte alternate che ci aiutavano a mettere a nudo le nostre anime spesso si tornava sul desiderio di famiglia e sull’argomenti figli. Già buttavamo giù qualche nome. Ma era un gioco, la parola “figlio” ci sembrava pesante e noi in quel momento eravamo solo innamorati, leggeri, privi di responsabilità se non quella di essere sinceri l’un l’altro per non provocarci ferite d’amore. Quelle che in passato avevamo avuto entrambi in altre due vite parallele, in città diverse e lontane.
Genitori e figli
Una domenica in cui ripercorro col pensiero la mia vita. Penso centomila volte ai miei genitori e alla profondità dell’amore viscerale che ci lega. Perché l’amore tra genitori e figli non si può chiamare in altro modo se non amore carnale.
L’indomani la prima beta, attesissima in cuor mio, mi conferma la gravidanza. Non è altissima ma d’altronde il ritardo è di uno o due giorni. Quella successiva e quella dopo ancora mi rasserenano perché il numero degli ormoni cresce esponenzialmente. Finalmente fissiamo la data della prima visita ginecologica e comincia il conto alla rovescia. (1-continua)
…i bimbi sono come le ciliegine sulla torta…appena mangiata una ne desideri subito un’altra …auguri amica di dadabio …le tue due donnine ti aiuteranno a crescere il nuovo o nuova arrivata ❤️
Cara amica di Dadabio, credo che ogni volta sia come la prima volta… ti auguro di vivere ogni giorno la meraviglia e i sentimenti provati alla vista di quel test, fino a che quel viaggio ti condurrà ad abbracciare la tua nuova vita❤️