
Diario della terza gravidanza. La morfologica e quei colpetti che danno coraggio…
L’emozione, le ansie e le domande che accompagnano la morfologica, la fondamentale ecografia del quinto mese. Una bimba in grembo che si fa sentire, reclama attenzione e non lascia soli nei momenti più difficili. Come quando si scopre che una delle sorelline che la aspettano ha un problema agli occhi. Il diario della terza gravidanza di Lucia Porracciolo si arricchisce di una nuova puntata (tutte le altre qui)
“Mamma ma può giocare con noi? Ha le mani e gli occhi?”. Clarissa chiede così un giorno uscendo dell’ascensore. Io: “Certo che ha le mani e farete tante cose insieme”. Questa domanda arriva due giorni prima della morfologica che sapete bene essere l’ecografia del quinto mese che misura i parametri della crescita del bambino e fa vedere meglio molti organi rispetto alle semplici ecografie. In effetti alla visita, quando il ginecologo spiegava (“Questa è la testa, c’è la giusta distanza tra le orbite, ecco i reni, ecco le braccia, qui c’è il femore”), mi ricordava Clarissa che mi aveva già elencato occhi e mani. Qualche giorno dopo mi ha anche chiesto se la piccola in pancia avesse le orecchie. E io: “Certo e sente tutto, anche quando urlate, piangete e fate i capricci…”. E il ginecologo mi ha proprio consegnato, fra le tante, una foto in cui si vede proprio l’orecchio e quando la piccola l’ha vista è rimasta sbalordita e ha subito detto: “Mamma, allora davvero ci sente e dobbiamo essere più brave sennò si spaventa”.
Ora è tutto più chiaro
Quella morfologica ogni volta si fa attendere perché anche se ci sono le ecografie mensili questa fa capire quanto sia sana la bimba. E di ansie e domande noi mamme ne abbiamo tante, persino quando i medici ci tranquillizzano. È sempre una grande emozione e alla ventesima settimana si vede tutto più chiaro e capisci che presto quello che vedi su un anonimo schermo (quel nero e quelle strisce bianche che tratteggiano ora il volto, ora le manine chiuse) è una personcina che avrai fra le braccia. Per me è stata una morfologica stupenda, avrei voluto non finisse mai, grazie anche al dottor Sergio Di Leo. Ginecologo scrupoloso, preciso e attento che spiega ogni dettaglio, mette a proprio agio, mai frettoloso e rende partecipe il marito.
Il clima giusto
Noi mamme sappiamo che il ginecologo è una figura di riferimento troppo importante, deve entrare nelle nostre corde, deve esserci sintonia perché ci accompagna nel periodo più bello della nostra vita. E deve rassicurarci ogni volta che lo chiamiamo o mandiamo un messaggio. E qui voglio fare un plauso al mio ginecologo ormai da anni, il dottor Roberto Guarino che dopo aver seguito la mia seconda gravidanza, mi accompagna anche per questa terza. Una persona di grande umanità e professionalità che non ha mai lasciato nulla al caso e che mi ha seguita sempre cancellando ogni mio dubbio e rispondendo a ogni mia domanda. Quell’incontro con la mia bimba grazie all’ecografo è attesissimo e ogni volta lo gusto appieno. Questo sicuramente grazie al clima che si respira nel suo studio medico.
La mia morfologica è andata bene e sono più che soddisfatta. La sera appena messa a letto penso e mi domando: chissà come sarà? La classica domanda che tutte le mamme si pongono. Mi sforzo di immaginarla: bionda, scura, liscia, riccia, cicciottella o più magra ma il disegno che viene fuori rimane in sospeso perché lei sarà più bella di quanto mi sforzi di immaginarla e sarà stupore e meraviglia.
La forza arriva dai figli
Nei giorni in cui Clarissa si chiedeva se la sorellina in arrivo avesse occhi e mani proprio di lei, che ha un paio d’occhi speciali, scoprivamo che ha un problema agli occhi. Si è fermato il tempo, tutto è crollato su di noi. Ho pensato: possibile che sia successo a noi una cosa così? C’e soluzione, rimedio, cosa posso fare? Nel frattempo mentre mi angosciavo dovevo essere forte perché non poteva vedermi triste. Non potevo crollare. Nei momenti difficili la forza arriva dai figli. Ed è stata proprio la piccola che porto in grembo ad aiutarmi. Quando piangevo sentivo un colpetto quasi come se volesse dirmi: ehi, mamma ci sono anche io qui, non essere triste. Un colpetto una volta, poi due, poi tre, ma allora davvero c’è un filo indistruttibile e profondo, un legame, non paragonabile ad altri, tra madre e figlio! La prima notte dopo quella visita rivelatrice del “problemino” di Clarissa l’ho passata a guardarla dormire accanto a me, a sentire i suoi respiri alternarsi così affannati e così rilassati, i suoi ricci sulla mia faccia, il braccio sul mio collo (un caldo che non vi dico) e non mi sono sentita sola quella notte, nemmeno un istante, perché dal grembo arrivavano segni sempre più evidenti, come un tocco delicato ma deciso: non è questo il miracolo della vita, la bellezza della famiglia unita ancor prima che si crei, che si completi?