
Diario della terza gravidanza. Domande che strappano risate…
… e una fame incredibile e l’inarrestabile amore per le due figlie che già ci sono. Il diario della terza gravidanza, che ospitiamo nel nostro blog (qui la prima puntata, qui la seconda) ed è scritto da un’amica del progetto Dadabio, prende corpo: i chili, la fame e le bimbe da tenere a bada, alcuni dubbi e altrettante certezze, e la speranza che dormire non sia un’illusione quando i figli saranno davvero tre…
Le domande spontanee dei bimbi. Io e la grande in bagno: “Mamma come ha fatto Gesù a mettere il bebè dentro?”. Sono spiazzata, farfuglio qualcosa e cambio argomento. Sì, perché la mia bimba grande da mesi chiedeva una sorellina a Gesù. Ogni sera le sue preghierine erano queste. Poi dopo qualche minuto – di fronte l’un l’altra, lei seduta per far pipì, io sulla vasca da bagno, ci guardiamo negli occhi – incalza con un’altra domanda che mi strappa davvero una grossa risata: “Mamma, ma quando esce sarà vestito?”. Mi sono armata di fantasia e pazienza e ho spiegato un po’ di cose.
La pancia tonda e già evidente
Comunque le domande ogni giorno sono tante anche perché il pancione che viene fuori alla terza gravidanza è impressionante. A undici settimane la pancia è tonda tonda. Impossibile nasconderla agli altri. Qualcuno non se ne accorge, qualcuno mi guarda un po’ negli occhi e un po’ sulla pancia, ma non ha il coraggio di chiedere. Se per la prima gravidanza mi chiedevo, al quinto mese, dove fosse la pancia, adesso è davvero troppo presente. Tenere a bada i chili sembra ancora più difficile. La cosa più bella di questo aspetto è che le mie bimbe già baciano il pancino tutte le sere e si mettono in ascolto. Chiedono quanto diventerà grande questa pancia e come farà ad uscire. In effetti l’argomento fame in gravidanza merita un po’ di spazio. Spero che fra voi che leggete ci sia chi abbia avuto le stesse sensazioni mie.
Quel vuoto allo stomaco
E a proposito di fame… per me è il leitmotiv delle prime settimane di gravidanza. Il vuoto allo stomaco è più o meno costante. Fitte pazzesche e bruciore improvviso a qualsiasi ora della giornata. Cerco di mangiar sano, frutta, verdura, proteine, ma non basta. Dopo una colazione abbondante, alle 7.30, già alle 10 mi sento svenire, come se non mangiassi da ore e ore. Eppure, reduce dalle precedenti gravidanze, immaginavo nausee e conati di vomito. Niente di tutto ciò, invece, e va benissimo così, ne sono felice, strafelice. Non pensavo che avere fame potesse rappresentare un tale disagio. Chi ha provato questa sensazione sa a cosa mi riferisco. Non poter controllare le richieste del proprio stomaco. Non riuscire a seguire il programma degli spuntini previsti. Faccio una sorta di calendario per pranzo e cena ma all’improvviso stravolgo tutto. Un vuoto enorme allo stomaco, un bruciore incredibile e corro a mangiar qualcosa. Inizio con carote, finocchi, frutta ma, non sempre, questo ritmo alimentare resiste. Così ci sono giornate in cui non c’è cibo che basti. Vi è mai capitato di ordinare una pizza per le 18? Ecco, la terza gravidanza mi ha fatto sperimentare anche questo.
Amore e interrogativi
Oltre a quello che sento e, col corpo, capisco, ci sono sensazioni, anzi sentimenti che non riesco a tenere a bada. Esplodono. Mai avevo provato così tanto amore. Mai ero stata così capace di donare amore gratuitamente…. ogni volta che guardo giocare le mie piccole, mi sembrano sempre più belle, ma che dico bellissime. E la gioia è incontenibile. I dubbi, terzo figlio sì o terzo figlio no, spazzati via d’improvviso. Mi chiedo come sia possibile che si dia la vita, che da un fagiolino arrivi tanta bellezza. Che il senso poi della vita è proprio dare alla vita. Certo poi c’è l’altra faccia della medaglia. Le liti, le giornate nere in cui litigano e urlano e basta. E lì entro nel panico e mi dico: come farò? Rifletto e mi rattristo un po’, pensando a quanto sarà difficile gestirli tutti. Quando piangeranno tutti e tre a quando faranno pupù tutti e tre e a uno dovrò cambiare il pannolino senza perderlo di vista un attimo… e quando giocano con me mentre e dovrò allattare il piccolo… e avete presente quando non ascoltano e continuano a fare le pazze senza fermarsi? E se faranno così col pupo quando sarò sola a casa. E quando dal gioco nasce una lite dagli abbracci esce un morso e tante lacrime? Come si farà? E poi capitolo nero, anzi buio che più buio non si può… le notti insonni. Perché ci saranno, diciamo la verità.
Ricordi d’insonnia…
Sonno o, meglio, mancanza del sonno. Ne ho sofferto con una delle mie bimbe. Per 12 mesi non ha chiuso occhio di notte, piangeva, piangeva, piangeva…. Lo sconforto arrivava ogni volta che arrivava la sera e oltre. L’aiuto di nonne e marito non bastava a farmi rasserenare. Lei voleva me. Solo il seno la calmava, ma lo stesso seno l’agitava perché la mia bimba soffriva di reflusso quindi quando si attaccava per consolazione, già sazia e succhiava latte il risultato era un pianto disperato. Le due, le tre, le quattro. Le cinque. Poi arrivava l’alba e la luce rendeva tutto più leggero. Ma la mia stanchezza era tanta. Lavoravo, dovevo portare l’altra bimba a scuola. (3-continua)